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giovedì 6 marzo 2014

I segnali della menzogna, aspetti generali

segnali-menzogna-bugie

Tra i post più letti di questo blog ci sono sicuramente quelli che trattano il linguaggio del corpo.

Finora non avevo ancora trattato la comunicazione non verbale per smascherare le bugie.

Spinto da alcuni lettori, che mi hanno esplicitamente chiesto di trattare questo argomento, eccoti il primo post che analizza gli aspetti generali dei segnali della menzogna!

La prima cosa da dire sui segnali di menzogna è che non esistono segnali di menzogna! Mi spiego meglio! Non esiste, scientificamente, nessun segnale così netto, per distinguere una bugia dalla verità, come potrebbe essere il naso di pinocchio che si allunga!

Quello a cui le ricerche scientifiche sull’argomento hanno portato, è che esistono diversi INDIZI di menzogna come: segnali non verbali, microespressioni facciali, espressioni e modi di dire che possono mettere in allarme il lie detector umano, ma nessuno di essi può dare certezza di essere di fronte a una bugia.

In effetti, questa premessa, è la stessa del linguaggio del corpo in generale:

Mai prendere per buono un unico segnale, ma una volta che un segnale ci indica qualcosa bisogna andare a cercarne altri che ci possano confermare quell’intuizione!

Detto questo, ne consegue che individuare le bugie è un compito molto complesso, che richiede non solo la conoscenza dei segnali che sottolineano una incongruenza tra quello che si dice con le parole rispetto al linguaggio non verbale e paraverbale, ma anche la conoscenza del comportamento usuale e la personalità di chi abbiamo di fronte.

Mentire richiede diverse attività, come: pensare e raccontare la dinamica degli eventi, la sequenza temporale e quella spaziale della bugia; e chiaramente la soppressione e la dissimulazione delle emozioni, tipicamente senso di colpa e paura, e dello stress derivante il dire bugie.

In questo post, sugli aspetti generali, è qui che mi soffermo. Infatti, il primo segnale da cui partire è proprio il notare un cambiamento del comportamento di base, quello che in gergo tecnico va sotto il nome di “norming”.

Come anticipato prima, quando una persona racconta una bugia i suoli livelli di stress aumentano, questo ha un effetto diretto sull’atteggiamento abituale del soggetto e quindi il saper “leggere” questo disagio  è il primo segnale che, anche se non necessariamente significa che ci sta mentendo, ci avverte che qualcosa nella persona è cambiato e ci suggerisci di indagare più approfonditamente con gli altri segnali di menzogna.

E’ palese che per recare un certo stress, tale da far cambiare l’atteggiamento, la bugia deve necessariamente avere un certo peso per chi sta mentendo!

Converrai con me che una cosa è mentire alla propria donna che il vestito le sta bene, un’altra è mentire nel raccontare un alibi che ti possa scagionare da un omicidio!

Ecco che per chi si appresta a diventare un bravo scopritore di bugie, questa è chiaramente una delle  prime difficoltà che si incontrano. A bugie diverse si hanno comportamenti diversi!

Di norma, quindi, più è alto il prezzo da pagare se si viene sgamati, più alti sono i livelli di stress che il bugiardo deve saper nascondere agli occhi di chi lo osserva!

Affinché si possano identificare le reazioni che si discostano dal comportamento abituale di una persona è fondamentale conoscerla bene! Chiaramente quando questo non è possibile, bisogna comunque saper stabilire il comportamento della persona presa in esame in fase di relax, cosi da notare le diversità di comportamento nel caso in cui ci stia dicendo una bugia.

E’ bene tenere a mente che ogni persona può reagire in modo diverso alla stessa bugia, oppure avere la stessa reazione ma in un caso può essere una bugia e in un altro la verità!

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