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mercoledì 19 agosto 2015

La formula della performance

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La formula della performance è uno degli argomenti che spiego nei corsi ufficiali di PNL, tramite la scuola di formazione Coaching PNL & Training.

E’ una formula semplice, ma dai risvolti molto efficaci.

L’ha ideata W. Timothy Gallwey, considerato il padre del coaching moderno che con il suo libro “Il gioco interiore del tennis” ha gettato le basi del coaching.

Partiamo dalla formula: p = P – i ovvero, la performance è uguale al Potenziale meno le interferenze.

Ad un primo sguardo viene fuori che qualsiasi performance, dallo sport al business fino a quelle personali, non può mai essere uguale al potenziale perché ci saranno sempre delle interferenze che non permetteranno a quest’ultimo di esprimersi al massimo!

Ed è proprio sulle interferenze che c’è il dato interessante, le interferenze sono di due tipi:

- Interferenze interne

- Interferenze esterne 

A questo punto è utile riportare una delle frasi più belle di Gallwey per spiegare le interferenze interne e quelle esterne: “Ogni sforzo umano impegna due arene: quell’esterna e quell'interna. Il gioco esterno è giocato su un'arena esterna per superare ostacoli esterni e per raggiungere un obiettivo esterno. Il gioco interiore avviene all'interno della mente del giocatore e si gioca contro ostacoli come paura, insicurezza, dialogo interno depotenziante, mancanza di focus, e di convinzioni limitanti. Il gioco interiore è giocato per superare gli ostacoli autoimposti che impediscono un individuo o un gruppo di accedere al loro pieno potenziale.”

C’è davvero tanto in questa frase e ora andrò in profondità ad analizzarla.

Le interferenze esterne sono tutte le interferenze che derivano dall’ambiente circostante, quelle interne nascono e si sviluppano al nostro interno.

Ogni performance ha specifiche interferenze, sia interne e sia esterne.

A titolo di esempio ti elencherò alcune interferenze:

Interferenze esterne:

  • mancanza di risorse (economiche, tempo);
  • mancanza di figura chiave per la performance;
  • mancanza di sostegno dei famigliari/amici;
  • mancanza di informazioni/dati utili.

Interferenze interne:

  • paura del giudizio;
  • paura del fallimento;
  • carenza di autostima;
  • incongruenza tra comportamenti e valori;
  • mancanza di focus;
  • gestione degli stati emotivi;
  • dialogo interno depotenziante.

Ovviamente sono solo esempi e le liste possono essere diverse a seconda delle performance richieste.

Bene, e ora che si fa? Iniziamo col fare una bella differenza tra le due diverse tipologie di interferenze. Sulle interferenze esterne non hai controllo (0%), al massimo puoi influenzarle o gestire le tue reazione ad esse. Sulle interferenze interne hai il pieno controllo (100%), e questo non è poco, anzi, spessissimo fa la differenza tra vincere o perdere, portare a casa l’obiettivo, di qualsiasi natura, o non riuscirci.

Quando faccio coaching, che sia life, business o sport, uso quasi sempre questa formula col cliente per mettere nero su bianco le interferenze che lo separano dall’obiettivo. Facciamo una bella lista delle due categorie di interferenze in modo tale da fare due lavori diversi.

Con la lista delle interferenze esterne, quelle dove il cliente non ha un controllo diretto, analizziamo come si può influenzarle per ottenere posizioni più favorevoli al nostro obiettivo. A volte è piuttosto semplice, ad esempio se mancano delle informazioni utili, nel piano operativo ci sarà magari l’acquisto e la lettura di un libro o il frequentare un corso specifico per avere quelle skills necessarie. A volte è più difficile, come quando l’obiettivo è dipendente da un’altra persona che ha potere decisionale per farci raggiungere l’obiettivo e qui si cerca di individuare le strategie giuste per influenzare in modo positivo questa persona.

Le interferenze interne, quelle dove abbiamo il controllo al 100%, sono di natura squisitamente mentale e quindi con le giuste tecniche di PNL, ipnosi e coaching, l’atteggiamento mentale può cambiare e assumere quello più giusto per raggiungere l’obiettivo e fare una migliore performance.

Bene, ora che conosci la formula della performance sai che davanti ad un obiettivo puoi stilare le liste delle interferenze e capire dove agire. Sappi che anche le persone che raggiungono i propri obiettivi hanno limiti, la grande differenza con chi non li raggiunge sta anche nella loro capacità di fermarsi a fare il punto della situazione, autovalutarsi, e quindi lavorare proprio sui limiti, interni o esterni, che vengono fuori dall’analisi. Queste persone sanno dove devono e migliorare e quindi si daranno da fare e chiederanno aiuto a chi può aiutarli, magari un coach!

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